“Alla base del fare arte esiste la ricerca di una misura esistenziale ed estetica che percorre vari livelli di introspezione. E’ una sorta di emergenza che l’artista sente e cerca di riconsegnare attraverso l’opera la sua esperienza espressiva”. E’ con questi presupposti che Emilio Nanni si racconta negli spazi di Archiproducts Milano dal 21 Giugno al 21 Luglio. E attraverso “Strange perspectives” spiega cosa significa per lui essere artista, architetto e designer.
“Strange perspectives: Arte e Design, indagine su un rapporto estenuante” è la mostra del nuovo ciclo di lavori del designer bolognese, basata sulla ricerca del segno, tra illustrazione e grafismo. Tutti i pezzi esposti sono realizzati prevalentemente in bianco e nero, tranne qualche eccezione che vede una sperimentazione con il colore. I supporti utilizzati sono prevalentemente carte: fogli di vecchie enciclopedie, pagine di romanzi, fotografie e antichi testi del 700 in uso nei seminari ecclesiali.
Nanni si interroga sulla condizione di artista e designer e si chiede se le due possano coesistere: “mi è capitato spesso di analizzare e dibattere sul rapporto tra arte e design. Di chiedermi se questi due mondi contigui possano avere dei punti oggettivi di comunione, in un dibattito complesso perché ogni ambito è carico di una specificità in evoluzione continua. E sono giunto alla parziale conclusione che a questa domanda è vano tentare di dare una risposta definitiva.”
Ma non si discute unicamente di Arte e Design. Emilio Nanni si esprime anche sul rapporto tra azienda e designer e su come questa collaborazione sia indispensabile. “Azienda e designer formano un binomio imprescindibile nel sostanziare il concetto di “Design”. Da qui la definizione completa di industrial design: l’idea/progetto diviene condivisione con l’iter produttivo rappresentato dall’azienda che raffigura una forma di organizzazione sociale finalizzata ad elaborare il “prodotto.”
Prospettive diverse su argomenti apparentemente simili. Ecco perché “Strange perspectives”: “una sorta di lotta estenuante su due livelli diversi, una forma di dualismo che per me rappresenta una risorsa necessaria e un travaso di stimoli e pulsioni a cui attingere. Credo di avere la fortuna di poter percorrere entrambe queste strade con la consapevolezza di non sapere se si tratti di Arte o di Design, ma che rappresentano la mia vita.”