Archiproducts Milano. Cromie e giochi tridimensionali

Svelato il nuovo set del building, realizzato con 70 brand internazionali

Svelato il nuovo set di Archiproducts Milano, costruito per l’edizione 2018 all’insegna del colore e di pattern tridimensionali sperimentati su materiali diversi. Durante la Milano Design Week in migliaia – tra architetti, aziende, giornalisti e pubblico di settore – hanno visitato il grande appartamento di via Tortona 31, allestito in collaborazione con 70 brand internazionali.

Un progetto realizzato quest’anno a più mani: Elisa Ossino Studio, che ha disegnato il nuovo pattern di facciata, riportato anche nella scala che conduce al piano superiore dell’edificio, ed ulteriori due ambienti all’interno. Studio Milo per lo spazio di Saba Italia; Christophe De La Fontaine e Aylin Langreuter per lo spazio Dante Goods and Bads, in co-branding con Cedit e One Mario Sirtori; Veronica Leali e Matt Lorrain per lo spazio di SP01.

Un ruolo importante nel progetto di questa nuova edizione è stato affidato al colore, che dalle pareti ai tessuti e gli arredi ridisegna completamente lo spazio, se pure in un percorso graduale che, più timido e rigoroso in alcune aree del building, rivela a tratti un’identità più forte fino ad offrire una esperienza completamente immersiva.

 
Colore e pattern tridimensionali sono sperimentati su più superfici: catene di alluminio, carta da parati, ceramica, velluto, lana di legno fonoassorbente, tessuti acustici, pareti e arredi.
 

Nero, argento e blu sono i colori delle centinaia di leggerissime catene in alluminio anodizzato Kriskadecor che danno forma al disegno tridimensionale in facciata, firmato Elisa Ossino Studio.

Rigorosa in facciata, la scala cromatica cresce all’interno su molteplici tinte pastello, dal cipria al blu petrolio al verde salvia. Ogni stanza ha un colore diverso, realizzato in collaborazione con il brand tedesco Caparol Icons e il giovanissimo File Under Pop con sede a Copenhagen, fondato da Josephine Akvama Hoffmeyer, la cui palette interviene in alcune aree conferendo un più marcato segno cromatico.

 
Il giovane brand australiano Sp01 presenta la nuova collezione disegnata da Tim Rundle, che combina materiali industriali come i tubolari in acciaio con vetri a cono, ottone, peltro e lussuosi rivestimenti per imbottiti. Tutti i pezzi della collezione sono organizzati in tre set diversi, dove tessuti, pareti, pavimento e superfici tridimensionali in ceramica realizzate da Cedit e sospese come quadri a parete dialogano all’interno di una stessa palette cromatica.

Un delicato blu petrolio colora la stanza di lavoro al piano terra, dove trova spazio una insolita postazione insonorizzata, per piccoli meeting o attività di coworking, del brand finlandese Framery. Il blu petrolio torna in questo spazio in diverse sfumature, dalle madie dei francesi Tujague al tessuto tecnico tridimensionale di Giovanardi che scorre su binari lungo una delle pareti.
 
La stessa cromia torna nell’installazione IN TOTO – Montreal a Milano. Curato da Azamit, style icon e visual storyteller per Montreal, il progetto è un omaggio al design contemporaneo della città canadese, ‘meravigliosamente tormentato e pervaso di malinconia post-industriale’, con una selezione di sette designer nei cui lavori risuona l’anima della città. L’esposizione è articolata in due diverse installazioni che incarnano le due estreme condizioni climatiche di Montreal. Il blu petrolio colora la stanza che evoca la rigidità dei giorni invernali, mentre il verde riveste lo spazio che propone un viaggio attraverso lo splendore delle lunghe serate estive.
 
Percorrendo la scala che conduce al piano superiore, si sbuca inaspettatamente su una terrazza all’aperto, un incantevole spazio in cui trionfa il verde delle rampicanti sulle pareti  e quello del brevetto rivoluzionario Roofingreen: un unico manto verde, identico ad un prato naturale, che consente tuttavia i vantaggi di manutenzione e durabilità di un prodotto industriale. Qui trovano spazio le collezioni in teak del brand francese Les Jardins.
 
All’interno, il primo spazio a rivelare un marcato segno cromatico è il corridoio, che da luogo di passaggio diventa spazio per una possibile sosta. Una delle due pareti, integralmente pannellata con lastre di lana di legno fonoassorbente Knauf AMF di colore carta da zucchero, è intervallata da tre grandi cerchi con comode sedute imbottite, realizzate con tessuti One Mario Sirtori nei più accesi  colori dell’azzurro e del giallo, che offrono inaspettate alcove.
 
Completamente immersiva l’esperienza offerta dallo spazio Saba, realizzato su progetto di Studio Milo, che fa del colore il leit motif del set. Un grande specchio è posizionato lungo la diagonale che separa idealmente lo spazio, per creare due ambienti distinti, ciascuno dei quali accoglie le nuovissime collezioni Saba, tra cui le inedite versioni del divano New York Suite con tessuti disegnati ad hoc dallo stilista sardo Antonio Marras.
 
Più neutra la palette dello spazio Paola Zani, giovane brand che nasce da un’esperienza cinquantennale tutta italiana, dove la maestria artigianale di famiglia si apre a nuove contaminazioni. In uno spazio accogliente e super luminoso, dove la luce zenitale esalta il rosa “Nude” alle pareti, si mostrano le nuove collezioni indoor e outdoor firmate BÜRO FAMOS e mist-o.
 
Cromatismi accesi e vibranti identificano la grande sala con il camino, dove trovano spazio un lungo tavolo Alki posizionato sotto le alte finestre, ed al centro una generosa composizione del divano Extrasoft di Living Divani, con attorno una serie di tavolini per poter lavorare in maniera informale.
Le cromie sono qui articolate su due forti linee parallele. Importanti interventi sulle pareti generano un effetto trompe l’oeil grazie alla carta da parati Texturae che dilata visivamente lo spazio, in quel rimando continuo di giochi percettivi tra visione bidimensionale e tridimensionale che contraddistingue le aree realizzate con il contributo di Elisa Ossino Studio.
 
In uno spazio concepito come home working non poteva mancare la cucina, il luogo solitamente più accogliente di una casa! Completamente rinnovata, questa stanza diventa uno spazio ibrido con cucina da un lato e libreria dall’altro, in perfetta sintonia con il carattere multidisciplinare di Archiproducts Milano.  La parete cucina è realizzata da Florim Stone su progetto del team di Archiproducts: un elegante blocco sospeso nella declinazione marmorea Marble Marquinia. Completano il set libreria e tavolo Desalto, con le intramontabili sedie cantilever S 64 di Thonet, ed una serie di raccoglitori in fibre vegetali Esemplareunico, oggetti realizzati a mano che offrono una esperienza tattile inconfondibile.
 
Sintesi perfetta di sperimentazione materica e cromatica è l’installazione di Dante Goods and Bads, giovane brand tedesco fondato da Christophe de la Fontaine e Aylin Langreuter. Nel loro progetto materiali e colori si incontrano e si fondono, dal contenitore al contenuto, giocando sul concetto di tridimensionalità. Alle pareti la nuovissima collezione in ceramica realizzata dal duo Enrica Cavarzan e Marco Zavagno di Zaven Studio per Cedit, in un gioco di vuoti e pieni, luci ed ombre.
 

Il percorso si conclude al primo piano con la stanza più piccola, ma anche la più luminosa, nel nuovo look total green. Uno spazio intimo e confortevole, ideale per la lettura o incontri informali, che accoglie libreria, sedute e tavolino Casamania&Horm. La parete più grande ospita una originale composizione di erbari di fiori naturali, opere uniche realizzate da Officina Naturalis con cornice artigianale in legno. Il nero di arredi e cornici segna un elegante contrasto con l’intenso verde salvia delle pareti e del luminoso velluto della tenda realizzata da One Mario Sirtori, i cui tessuti arredano tutto il primo piano del building, dalle preziose tende in velluto ai rivestimenti di diversi arredi realizzati ad hoc per Archiproducts Milano.

Il sistema di illuminazione a soffitto dell’intero building è firmato Flos, con Infra-structure di Vincent Van Duysen al piano terra ed il nuovissimo sistema The Tracking Magnet Surface dell’Architectural Collection al primo piano. L’illuminazione decorativa è di Vibia, le cui ultimissime collezioni sia indoor che outdoor illuminano quasi tutte le stanze del primo piano. Partner del progetto sono quest’anno anche il brand australiano Volker Haug Studio, che illumina parte dello spazio Saba, il brand tedesco Luctra e l’inglese Astro Lighting.

 

Infine, all’interno del cortile di Opificio 31, hanno accolto i visitatori due aree outdoor, allestite rispettivamente con le nuove collezioni Braid insieme alle lampade realizzate a mano di Bottega Intreccio, e con la collezione di arredo urbano Urbantime di Diemmebi, firmata da Alberto Basaglia e Natalia Rota Nodari.

PARTNER
Alki, Astro Lighting, Bottega Intreccio, Braid, Bticino, Casamania, Cedit, Daikin, Dante – Goods and Bads, Desalto, Diemmebi, Domal, Ekinex, Esemplareunico, Falmec, Florim, Florim Stone, Flos, Framery, Giovanardi, Henri Tujague, Hobby Flower, Horm, Kiasmo, Knauf Amf, Les Jardins, Living Divani, Luctra, Mogs, Monolithe édition, Officina Naturalis, ONE Mario Sirtori, Ooumm, Paola Zani, Roofingreen, Saba, Scirocco H, Soil, Sp01, Tarkett, Texturae, Thonet, Vibia, Volker Haug Studio, + d.

IN TOTO / Montrèal a Milano: Atelier Zébulon Perron, Claste, D’Armes, Foraine by Atelier Barda, Lambert et Fils, Maison Milan, Pascale Girardin

SPONSOR TECNICI
Aeg, AnZa., British Fires, Cantele, Caparol Icons, Ever Life Design, File Under Pop, Ideal Work, Knauf, Kriskadecor, Kristina Dam Studio, Linvisibile, Martin Design, Oikos, Sayduck, Sûrface, Tivoli Audio, Velux, Vifa, 101 Caffè.

Archiviazione e serialità. La nuova facciata di Archiproducts Milano

Elisa Ossino Studio disegna un percorso di giochi percettivi tra visione bidimensionale e tridimensionale

Una composizione di pannelli astratti in bianco e nero ridisegna la facciata del building di Archiproducts Milano. Il materiale è lo stesso, ma il disegno ha un nuovo autore. Le centinaia di leggerissime catene in alluminio Kriskadecor che hanno rivestito negli ultimi due anni l’edificio di via Tortona 31 si sciolgono ancora una volta per ricomporsi in un nuovo pattern che quest’anno porta la firma di Elisa Ossino Studio.

Il disegno in facciata traduce visivamente l’idea di ‘archiviazione’. Un concetto che, in forme differenti, torna in ulteriori tre spazi del building progettati dal team di Elisa Ossino: la scala che conduce al piano superiore, il lungo corridoio e la sala grande al primo piano. Un percorso in cui i concetti di ‘archiviazione’ e ‘serialità’ sono tradotti in una combinazione di geometrie e cromie, in un continuo rimando di giochi percettivi tra visione bidimensionale e tridimensionale.

Lo straordinario archivio dedicato agli architettiche è la property principale di Archiproducts – spiega Elisa Ossino – ha ispirato il concept generale del progetto, ed è stato tradotto visivamente in una serie di pannelli astratti in facciata, simbolo sia dell’archivio immateriale di dati e informazioni, che di quello materiale, elementi che consentono la costruzione”.

Gli stessi pannelli entrano anche all’interno, in un percorso visivo che dalla facciata accompagna il visitatore attraverso le scale che conducono al piano superiore. Se all’esterno il blu è l’unica nota colorata su uno scatto in bianco e nero, all’interno i pannelli, disegnati sulle pareti, sono modulati attraverso una scala cromatica che parte dai verdi chiari per arrivare al blu appena accennato in facciata, in un percorso che diventerà completamente immersivo nel colore.

Giunti al piano superiore, il primo spazio a rivelare un marcato segno cromatico è il corridoio, che da luogo di passaggio diventa spazio per una possibile sosta. Una delle due pareti, integralmente pannellata con lastre colorate di lana di legno fonoassorbente, è intervallata da tre grandi cerchi con comode sedute imbottite che offrono inaspettate alcove.

Ulteriore area del building che prende forma dalla matita di Elisa Ossino è la grande sala con il camino, dove trovano spazio un lungo tavolo posizionato sotto le alte finestre e un grande divano al centro, con attorno una serie di tavolini per poter lavorare in maniera informale.
Cromatismi accesi e vibranti identificano questo spazio, articolato su due forti linee parallele. Importanti interventi sulle pareti generano un effetto trompe l’oeil grazie alla carta da parati che dilata visivamente lo spazio, in quel rimando continuo di giochi percettivi tra visione bidimensionale e tridimensionale che ispira l’intero progetto.


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