Elle Decor intervista Enzo Maiorano, co-founder e art director di Archiproducts
13/04/2017 – Installazione urbana, evento espositivo, interazioni digitali e realtà virtuale in un’unica location, Archiproducts Milano, per una nuova ‘design experience’. Elle Decor intervista Enzo Maiorano, co-founder e art director di Archiproducts, e la designer Serena Confalonieri, autrice del nuovo pattern di facciata del building. Riportiamo il testo dell’intervista, a cura di Caterina Lunghi.
Milano, Archiproducts in via Tortona 31. Dall’alto di una vecchia facciata, una cascata di catenelle in alluminio che compongono un gioco grafico di cromie e forme – color oro, nero e rosa – cattura l’occhio e la curiosità del popolo di questa edizione della Milano Design Week. È il biglietto da visita per questo Fuorisalone di Archiproducts, tra architettura, design, mondo digitale e appunto spazio fisico. Una realtà tra le più vivaci del panorama internazionale, punto di riferimento per aziende, costruttori e progettisti.
Una piattaforma online (Archiproducts), una location milanese nel cuore di via Tortona (foto sopra) – di fronte al Mudec – e un’app per conoscere i prodotti e gli oggetti di design anche in 3D (Archiproducts Scan). Il progetto si conferma tra le eccellenze di questa edizione del Salone del Mobile come esperienza e immersione su tutti i fronti nel mondo del design. Ce la raccontano il co-fondatore e art director Enzo Maiorano, e Serena Confalonieri, designer, artefice dell’opera della facciata.
Partiamo dall’esterno. Serena, ci spieghi l’dea della facciata?
Una composizione di forme e di colori per rappresentare il mondo Archiproducts. Ho lavorato con i blocchi architettonici, proprio quelli che si usano su Autocad: ecco porte, archi ed altri elementi, sia in scala che in prospetto. Il disegno è una combinazione di tutti questi segni e, attraverso il colore, sono arrivata a questa geometria astratta.
Due livelli di lettura quindi, piacevole all’occhio e poi un significato per gli addetti ai lavori?
Esatto, a ogni colpo d’occhio e in ogni angolo puoi individuare diversi elementi architettonici. E dovevo rispettare l’identità di Archiproducts: quindi ho usato il giallo e il nero, i loro colori, ma anche il loro linguaggio, che è quello dell’architettura.
Enzo, come mai il giallo e il nero per l’identità Archiproducts?
Sono i colori della segnaletica di cantiere, d’emergenza e sicurezza. Le nostre radici sono nell’edilizia.
Enzo, un passo indietro, ci racconti questo spazio Archiproducts Milano?
È l’approdo in città del progetto digitale Archiproducts, in questo edificio shabby, senza chic! 800mq e il concept è: una volta all’anno svuotiamo gli interni e li allestiamo ex novo con i prodotti e le proposte delle nostre aziende associate, e quest’anno ne presentiamo 40. Questo nostro evento al Fuorisalone è così l’inaugurazione del nuovo setting dell’anno. Una location fisica che racconta la rete più ampia Archiproducts. È la discesa a terra di Archiproduts online.
Un passo ancora più indietro allora. Dicevi: la discesa a terra di Archiproducts online…
Sì, Archiproducts è una piattaforma online market place che mette in comunicazione produttori e progettisti, attiva da 18 anni, che ho fondato con Ferdinando Napoli, per suggerire appunto contatti commerciali tra aziende e professionisti. Abbiamo migliaia di realtà, da prodotti tecnici fino al decorativo, illuminazione, pareti, complementi d’arredo. E offriamo anche una selezione e-commerce.
Come va il design con l’online?
Pensa che abbiamo una crescita del 1000% ogni sei mesi. È assolutamente una valanga.
E poi questo spazio fisico… quindi un passaggio opposto, dall’online alla strada…
Esatto, è il percorso che stiamo facendo: dal web alla città. C’è bisogno di entrambi i canali. L’abbiamo inaugurato l’anno scorso, con la facciata affidata a Diego Grandi (leggi anche Archiproducts Milano: Live, Work, Design). Questo è così il nostro secondo Fuorisalone, con l’invito a lavorare sull’esterno a Serena Confalonieri.
Come funziona lo spazio interno durante l’anno?
Showroom, ma non solo: formazione, meeting, co-working, presentazioni. I progettisti si trovano davanti a un enorme mondo di aziende da conoscere. E il piano terra è dedicato alla presentazione dei prodotti che poi si possono acquistare online: li si può vedere e provare dal vivo, con un ulteriore passo: in collaborazione con il partner tecnologico Sayduck, abbiamo studiato l’applicazione Archirproducts Scan, che funzione un po’ come Shazam e offre schede e approfondimenti.
Un’ulteriore esperienza quindi?
Sì, giochiamo anche con la realtà virtuale e il 3D, invitando a visualizzare i prodotti negli ambienti, posizionarli prima di comprarli. Così ecco il tema di questo nostro Fuorisalone: The Design Experience. E vieni qui da noi e puoi davvero vivere i prodotti, su più fronti. E questo di Milano è il primo di una serie di hub.
State così guardando a nuovi orizzonti?
Sì, abbiamo già confermato una sede a Dubai, presso il Dubai Design District. E a maggio andiamo a New York, stiamo lavorando con Icff e con New York City for Design, per fare scouting per una prossima inaugurazione americana.
Siamo a metà della Milano Design Week. Enzo, come sta andando?
Siamo in pieno sprint, solo fino a ieri (mercoledì, ndr.) abbiamo avuto più di 5000 visitatori. Già l’anno scorso, al nostro debutto, avevano ricevuto un consenso unanime, ma quest’anno ancora di più. E sta andando benissimo anche l’idea dei Duetti/Duelli che ospitiamo tutti i giorni.
Duetti/Duelli… sembra affascinante…! Di che cosa si tratta?
Sono partite a scacchi sul disegno, performance grafiche: un progetto tra design e disegno curato dai nostri amici Francesco Moschini e Francesco Maggiore per A.A.M. Architettura Arte Moderna, che vede l’architetto Vincenzo D’Alba confrontarsi con carta e matita con svariati protagonisti creativi, per esempio abbiamo già avuto Marc Krusin, Paolo Rizzatto e Atelier Biagetti. Il prossimo sarà il 7 aprile mattina con Antonio Marras; poi aspettiamo anche Mario Bellini e Stefano Giovannoni…