Archiviazione e serialità. La nuova facciata di Archiproducts Milano

Elisa Ossino Studio disegna un percorso di giochi percettivi tra visione bidimensionale e tridimensionale

Una composizione di pannelli astratti in bianco e nero ridisegna la facciata del building di Archiproducts Milano. Il materiale è lo stesso, ma il disegno ha un nuovo autore. Le centinaia di leggerissime catene in alluminio Kriskadecor che hanno rivestito negli ultimi due anni l’edificio di via Tortona 31 si sciolgono ancora una volta per ricomporsi in un nuovo pattern che quest’anno porta la firma di Elisa Ossino Studio.

Il disegno in facciata traduce visivamente l’idea di ‘archiviazione’. Un concetto che, in forme differenti, torna in ulteriori tre spazi del building progettati dal team di Elisa Ossino: la scala che conduce al piano superiore, il lungo corridoio e la sala grande al primo piano. Un percorso in cui i concetti di ‘archiviazione’ e ‘serialità’ sono tradotti in una combinazione di geometrie e cromie, in un continuo rimando di giochi percettivi tra visione bidimensionale e tridimensionale.

Lo straordinario archivio dedicato agli architettiche è la property principale di Archiproducts – spiega Elisa Ossino – ha ispirato il concept generale del progetto, ed è stato tradotto visivamente in una serie di pannelli astratti in facciata, simbolo sia dell’archivio immateriale di dati e informazioni, che di quello materiale, elementi che consentono la costruzione”.

Gli stessi pannelli entrano anche all’interno, in un percorso visivo che dalla facciata accompagna il visitatore attraverso le scale che conducono al piano superiore. Se all’esterno il blu è l’unica nota colorata su uno scatto in bianco e nero, all’interno i pannelli, disegnati sulle pareti, sono modulati attraverso una scala cromatica che parte dai verdi chiari per arrivare al blu appena accennato in facciata, in un percorso che diventerà completamente immersivo nel colore.

Giunti al piano superiore, il primo spazio a rivelare un marcato segno cromatico è il corridoio, che da luogo di passaggio diventa spazio per una possibile sosta. Una delle due pareti, integralmente pannellata con lastre colorate di lana di legno fonoassorbente, è intervallata da tre grandi cerchi con comode sedute imbottite che offrono inaspettate alcove.

Ulteriore area del building che prende forma dalla matita di Elisa Ossino è la grande sala con il camino, dove trovano spazio un lungo tavolo posizionato sotto le alte finestre e un grande divano al centro, con attorno una serie di tavolini per poter lavorare in maniera informale.
Cromatismi accesi e vibranti identificano questo spazio, articolato su due forti linee parallele. Importanti interventi sulle pareti generano un effetto trompe l’oeil grazie alla carta da parati che dilata visivamente lo spazio, in quel rimando continuo di giochi percettivi tra visione bidimensionale e tridimensionale che ispira l’intero progetto.


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